I 5 parametri essenziali per valutare il rendimento del sito internet aziendale

Quando si cerca di valutare il rendimento del sito internet aziendale per prima cosa si cerca di misurare gli elementi che sono più a portata di mano o che si è più abituati a trattare, come le email ricevute, le telefonate, se non addirittura le vendite e gli ordini acquisiti.

Sicuramente questi aspetti sono fondamentali per valutare il reale apporto del sito al business aziendale, ma possono essere poco indicativi di eventuali problematiche presenti sul sito che ne impediscono un buon funzionamento in termini di acquisizione di nuovo interesse da parte dei visitatori.

Il modo migliore per effettuare una valutazione reale di questi aspetti è accedere ai dati di analytics del sito internet. La cosa può ovviamente spaventare i meno tecnici, i quali possono però evitare di accedere all’applicativo, richiedendo tali informazioni al proprio webmaster.

Vediamo dunque quali sono gli aspetti che secondo noi è più importante monitorare:

  1. Numero di visitatori unici mensili

    Potrà sembrare un’ovvietà, ma se il sito non viene raggiunto da un numero di visitatori cospicuo non potranno nascere da esso nuove opportunità di business.
    Il parametro da monitorare è il numero di visitatori unici e non il numero di sessioni o il numero di visualizzazioni di pagine. Infatti a meno che il nostro business non si basi sulla visualizzazione di messaggi pubblicitari, i nostri potenziali clienti sono persone reali che il nostro sito deve convincere a contattarci per manifestare il loro interesse. Quindi è importante sapere quante persone hanno effettivamente navigato il sito per poter stabilire se le richieste ricevute siano poche o molte.

  2. Numero medio di visualizzazioni di pagina

    Il numero di pagine viste in media dai nostri utenti navigatori svolge comunque un ruolo importante, non tanto come si è spiegato nel punto precedente per giudicare il rapporto visitatori/richieste, ma per poter valutare il livello di gradimento che queste persone hanno sperimentato accedendo al nostro sito.
    Infatti avere un numero di pagine medie superiore a una o meglio ancora a due pagine per sessione di navigazione, significa che gli utenti hanno gradito ciò che hanno trovato a tal punto da essere spinti ad approfondire i contenuti presenti in altre pagine.

  3. Tempo medio di permanenza sul sito

    Strettamente legato al punto precedente è il tempo medio di permanenza sul sito. Avere un numero di pagine medie alto ma un basso tempo medio significa che il navigatore ha scorso i nostri contenuti in modo frettoloso e che quindi o ha avuto difficoltà a cercare quello che stava cercando (banalmente un modulo di contatto facilmente raggiungibile) o non c’è stato nulla in grado di attirare la sua attenzione e fare in modo che si soffermasse ad approfondire.

  4. Frequenza di rimbalzo

    La frequenza di rimbalzo viene generalmente utilizzata per analizzare una pagina specifica come ovviamente la homepage del sito o una pagina sulla quale si sa che “atterrano” per vari motivi molti navigatori (per esempio una pagina interna che si è ben posizionata sui motori di ricerca). Questo parametro indica in percentuale sul totale di navigatori che sono approdati alla sezione in questione, quanti hanno abbandonato immediatamente la pagina, chiudendo la finestra di navigazione o tornando indietro presumibilmente all’elenco dei risultati di ricerca. La frequenza di rimbalzo serve quindi a valutare due aspetti molto importanti:
    – l’impatto sul navigatore che la mia pagina ottiene
    – il livello di pertinenza dei contenuti della mia pagina rispetto alla fonte di traffico
    Se quindi la mia pagina non è particolarmente brutta o così poco curata da far letteralmente fuggire il navigatore (e su questo punto ci sentiamo di asserire che il navigatore interessato è abbastanza “di bocca buona” su questo aspetto), allora è molto probabile che siamo nella seconda casistica. La mia pagina cioè per qualche motivo attrae visitatori che non stanno cercando ciò che nella mia pagina viene descritto e quindi dovrò approfondire a quel punto i dati di provenienza per capire per esempio se la mia pagina è posizionata sui motori di ricerca per parole chiave non pertinenti con il mio business.

  5. Percentuale di conversione

    Questo è sicuramente il punto più difficile da misurare e richiede che si sia precedentemente definita una dinamica di conversione interna al sito. Tale dinamica può essere monitorata in modo molto semplice dal webmaster che di fronte a tale richiesta non avrà difficoltà a configurarne il monitoraggio.
    Le dinamiche di conversione, come dice la parola, sono quei processi che io desidero che si verifichino nel mio sito e che “convertono” il semplice navigatore in qualcosa di più. E che cosa sia quel qualcosa di più sono sempre io a stabilirlo: un utente che ha compilato un modulo di richiesta informazioni, un utente che ha scaricato un documento o nel caso degli ecommerce un utente che abbia anche solo inserito un prodotto nel carrello. Quindi la domanda è: di tutti i navigatori del sito, quanti hanno fatto ciò che ci auguravamo?